Intimità

Orizzonte Italia Magazine
6 Febbraio 2019
TGCOM24
6 Febbraio 2019
Non è più tempo di “stupire con effetti speciali”, quindi la parola d’ordine è semplicità. Questo il consiglio base della wedding planner Monica Gobbi D’Alò (nella foto a ds.).
“E’ una tendenza che riflette l’evoluzione della società, – spiega. – Abbiamo avuto anni di ostentazione ed eccessi. Oggi l’imperativo è eleganza e semplicità, declinate in varie forme in funzione dei gusti della coppia: c’è chi predilige il classico chic, chi il country chic, chi l’eco chic. Ma qualunque di questi stili si scelga, vi sono elementi che rimangono più o meno costanti. Per esempio, i colori tendono a rimanere sempre più il bianco ed il verde, anche nei toni turchese e menta”. 

L’armonizzazione dei colori è molto importante, giusto?
“Il colore è il filo conduttore e va ripreso in tutti i momenti e i luoghi della cerimonia. Ma ovviamente non è solo il colore che va armonizzato e deve avere una sua coerenza. Addobbi e musica seguono anch’essi il tema del matrimonio; quello che noi cerchiamo di fare è colpire tutti i sensi in un percorso che deve essere armonico”.

E quali tendenze per il ricevimento?
“La location è sempre più la villa, il casale, l’agriturismo, ambienti a contatto con la natura e luoghi che dispongono di ampi spazi all’aperto. Per chi ama il country chic, poi, offrono anche soluzioni alternative al pranzo o alla cena relativamente economiche come il picnic, il brunch, il buffet all’aperto.

E come si crea un ambiente “di festa”?
“Cerchiamo di trasmettere calore, di far respirare allegria e gioia anche attraverso i profumi dei fiori, che però non devono arrivare a stordire: tutto con misura, che come dicevamo è un elemento caratteristico di quest’anno”.

Occorre “misura” anche nella scelta dei menù?
“Senz’altro. Rileviamo una maggiore attenzione ai cosiddetti matrimoni “green”, cioé ecosostenibili e nei menù si privilegia l’utilizzo di prodotti locali e di stagione, perchè c’è più attenzione a ciò che si mangia e a quanto si spende. Piacciono i cibi naturali, le ricette della nonna, le soluzioni con buffet allestiti in vari angoli. L’unica sontuosità è riservata al tavolo del cake design, dove le creazioni a piramide la fanno da protagonista, magari costruite con tante monoporzioni “da passeggio” con lo stecco”.

Parlando di costi, qual è la spesa media per un matrimonio con un centinaio di invitati? 
“Dai 20 ai 30.000 euro. Ma ci sono molti margini di risparmio su cui lavorare, cominciando dal numero degli invitati, perché è il ricevimento la voce più incisiva. Poi si può intervenire sulla scelta del giorno e del periodo, indirizzandosi verso i momenti meno richiesti, quindi evitare il sabato e i mesi tradizionalmente prescelti per i matrimoni, come maggio o settembre. E poi i fiori, che siano di stagione e non è necessario che siano sofisticati: con i fiori di campo si possono fare addobbi spettacolari. Un’altra idea è fare la confettata anziché le bomboniere, inserendola nel tavolo del cake design; è molto scenografica, evita una spesa e lascia comunque un ricordo con i coni. Poi chi ama la tecnologia e magari è meno attento ai dettagli può inviare inviti e partecipazioni via mail”

Anche se non è in linea con il bon ton?
“In effetti non è il mio stile, però mi rendo conto che per chi è abituato al social network può essere una formula accettabile. Altre forme di risparmio possono essere l’acquisto dell’abito in un outlet: anche se non è un modello della stagione attuale. E infine, anche se può sembrare una contraddizione, un modo per risparmiare è affidarsi a un wedding planner, perchè sa gestire un budget senza “sforare”, conosce i fornitori ed è in grado di spuntare prezzi migliori”.

Tornando al bon ton, che cosa consiglia in fatto di damigelle? Il corteo di amiche è un’usanza americana che non fa per noi o è da copiare?
“Dipende da chi sono gli sposi, di fatto è il loro giorno e l’etichetta è diventata oggi molto più elastica. Se la sposa ha delle amiche particolarmente care con cui vuole condividere questo momento creando un corteo “all’americana”, perchè no? Basta che magari si evitino gli eccessi negli abiti. Più “italiano” e più carino, secondo me, è l’impiego dei bambini per portare il cestino di petali e le fedi. Io poi lo consiglio sempre nelle seconde nozze, dove spesso sono presenti i figli: è un modo carino di coinvolgerli con un ruolo attivo”. 

OLTRE LE NOZZE
In aggiunta e a completamento dell’attività di wedding planner, Monica Gobbi D’Alò si prende cura, organizzando corsi specifici, delle coppie che vogliono inaugurare la propria casa, di quelle che non intendono sposarsi ma vogliono festeggiare l’inizio di una convivenza insegnando come si organizza un House Warning Party e un Couple Warming Party.
E si occupa anche del “dopo nozze”. ” Lo facciamo con il corso “Voglio vivere con te” , spiega , un’edizione moderna dell’economia domestica, dove convivono tecnologia e criteri della nonna, e con il corso “L’arte del ricevere”, che risponde alla nuova tendenza di organizzare cene in casa, sia per risparmiare, sia perché crea momenti familiari molto gradevoli”. I corsi, articolati in 4 incontri, hanno un costo di € 120-130 per lezione, una spesa che può essere impegnativa, ma magari è un regalo che i genitori potrebbero fare volentieri, come investimento per insegnare ai figli a gestire il proprio denaro prima di incamminarsi nella loro vita a due.  
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